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Le Capacità Condizionali

Sono capacità fisiche determinate da fattori energetici, cioè dalla disponibilità di energia; sono costituite dalle caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali che permettono all’individuo di svolgere adeguatamente le attività motorie. Tali capacità sono perciò collegate ai requisiti strutturali del corpo, a fattori quali l’età, il sesso, il peso, la statura e la massa muscolare e, inoltre, ai processi biochimici e funzionali controllati dal sistema nervoso ed endocrino. Nel pattinaggio sono componenti fondamentali e indispensabili per un buon rendimento. Le capacità condizionali si possono suddividere in: forza, velocità, resistenza, mobilità articolare.


 LA FORZA

È la capacità che ha il muscolo di sviluppare tensione; è il fattore basilare della prestazione in tutte le discipline sportive, anche in quelle di durata, nelle quali si estrinseca come forza relativa o resistente. Vi sono diverse espressioni di forza: forza rapida, forza esplosiva, elastica, resistente, massima,specifica, speciale. Questo miscuglio di forze è reso indispensabile dalle varie richieste biomeccaniche e bioenergetiche imposte dal modello prestativo. In una disciplina sportiva come il pattinaggio artistico, la capacità della forza è un ingrediente necessario: si noti, per esempio, come questa sia importante nella spinta per lo stacco di un salto, nella tenuta delle posizioni delle trottole (soprattutto ad alto livello) o anche semplicemente nella pattinata, tenendo presente che ai piedi di un pattinatore ci sono dei pattini che hanno un peso orientativo di 1,5 Kg l’ uno. La forza si può suddividere in:
  • Forza rapida: capacità di muovere e spostare i segmenti corporei nel minor tempo funzionale possibile, vincendo minime resistenze (presente per esempio nell’ esecuzione di una sequenza di passi).
  • Forza elastica: capacità di capitalizzare una quota di energia elastica, durante il lavoro eccentrico, per utilizzarla nella fase immediatamente successiva di lavoro concentrico come energia cinetica (presente per esempio nella pattinata, nelle combinazioni di salti e trottole).
  • Forza resistente: capacità di resistere alle tensioni e distensioni protratte nel tempo, ed è differenziata nelle innumerevoli gestualità sportive (presente per esempio nell’ esecuzione delle trottole dove la posizione viene tenuta per diversi secondi).
  • Forza specifica: capacità di esprimere la forza nel gesto sportivo con il massimo risultato ed il minor dispendio energetico. La forza specifica condiziona con la corretta gestualità il risparmio energico (gesto economico e funzionale, ossia adatto allo scopo).
  • Forza speciale: variante della forza specifica che si esplica quando si aggiunge ad una parte del gesto tecnico, o alla totalità dello stesso, una resistenza relativamente maggiorata, ma di entità tale che non falsi i parametri biomeccanici e di velocità imposti dal modello prestativo.
  • Forza esplosiva: rappresenta la capacità di convogliare simultaneamente le unità muscolari impegnate nelle esecuzioni di un movimento che decorre nell’ ordine di millesimi di secondi; tipico esempio è uno stacco dal suolo in estensione o in elevazione ( presente quindi nello stacco di un salto).
Nelle espressioni di forza esplosiva interagiscono i seguenti fattori:
- La frequenza degli impulsi che dai centri nervosi superiori pervengono ai muscoli attivandoli.
- Il numero delle fibre muscolari attivate, il tipo (veloci , lente, intermedie), la dimensione e la tensione prodotta da ogni fibra.
- Le condizioni di base (freschezza o affaticamento) della fibra muscolare.
- Il circuito di attivazione-inibizione delle cellule di renschaw e l’ azione dei corpuscoli tendinei (golgi) e dei recettori particolari.



LA VELOCITÀ

È la capacità di compiere movimenti nel più breve tempo possibile. Si esprime in varie forme ed in base ad esse va programmato lo sviluppo. Per un pattinatore la velocità, a partire dalla pattinata, e la rapidità nell‘ esecuzione di alcuni gesti tecnici è fondamentale per la buona riuscita della difficoltà stessa; è molto importante ,per esempio, la velocità di chiusura degli arti inferiori e superiori nell’ esecuzione di un salto, o la velocità stessa dello stacco.
Si possono distinguere varie forme di velocità:
Rapidità di reazione: È la capacità di rispondere ad uno stimolo prefissato o improvviso, nel minor tempo possibile.
Rapidità di azione: È anch’essa legata alla capacità di contrazione della muscolatura e alla struttura biochimica del sistema neuromuscolare che determina la velocità di conduzione nervosa delle fibre muscolari.
Frequenza dei movimenti: È determinata dall’unione di movimenti rapidi e semplici in azioni complesse, si distingue quindi dalla rapidità d’azione di un singolo movimento.
Nella rapidità gioca un ruolo rilevante l’ energia elastica, questa è la restituzione di energia, che viene accumulata dall’arto portante nella fase di appoggio ammortizzamento all’impatto con il suolo, nella fase di spinta o di stacco. Nelle fasi di lavoro negativo, quando l’arto portante si trova a contatto con il terreno ed il centro di massa è spostato indietro in rapporto all’ appoggio, si determina una contrazione eccentrica, nella quale il muscolo si trova in stato di allungamento, mentre i ponti actino- miosina sono già formati. Il muscolo reagisce opponendo una tensione maggiore. Nella fase di spinta, l’energia immagazzinata sarà restituita sotto forma proprio di energia elastica che proviene dall’ attivazione degli elementi elastici in serie del muscolo.
La rapidità e la frequenza: la frequenza di un gesto ciclico (es, la sequenza di tre prima di una trottola o la semplice pattinata), non è garanzia di un buon rendimento, bisogna tenere conto anche dell’ ampiezza del movimento per garantire una buona velocità dell’ atto motorio.
La velocità di un movimento è condizionata:
  • dalla qualità delle miofibrille e dal loro spessore: le fibre bianche infatti sono più elastiche e dotate di potenza;
  • dall’ efficienza degli analizzatori, e dalla velocità di trasmissione dell’ impulso nervoso;
  • dalla presenza nei muscoli di quote di fosfati altamente energetici (ATP-CP);
  • dalla flessibilità dei segmenti muscolari e dalla mobilità delle articolazioni impegnate nel movimento (ampiezza);
  • dalla potenza della spinta.
La velocità quindi impegna prevalentemente fibre pallide che sono dotate di una maggiore rapidità di risposta agli stimoli e di una più accentuata velocità di contrazione e rilassamento con metabolismo prevalentemente glicidico. Le prestazioni veloci sono strettamente collegate alla scorta energetica del muscolo, alla rapidità di scissione delle molecole provocata dall’ impulso nervoso e alla velocità di risintesi. Nella velocità governa la coordinazione motoria che rappresenta la capacità di controllare ed integrare velocemente ed economicamente gli eventi motori secondo il fine prefigurato.

LA RESISTENZA

La resistenza è la capacità di tollerare l’affaticamento in esercizi fisici di vario tipo; è la base di ogni sport: chi trascura infatti questo aspetto non può mettere le basi per un evoluzione del suo rendimento ed il suo picco di forma dura per un periodo limitato, non raggiungendo punte elevate in rapporto alle potenzialità.
Infatti è stato dimostrato che lo sviluppo delle altre capacità è possibile solo con un adeguato sviluppo della resistenza. Il pattinaggio è una disciplina aerobica lattacida, in quanto una performance di gara di alto livello ha una durata media di quattro minuti, ed è svolta ad una intensità molto elevata Nella preparazione di base,quindi, la resistenza generale è indispensabile sia perché dà la possibilità di sopportare impegni di lavoro più elevati, sia perché influisce positivamente sulle capacità di recupero. È una capacità suddivisibile in varie forme:
resistenza generale: dipendente dal sistema cardio-circolatorio, risulta essere importante per ottimizzare le capacità di recupero, aumentare le capacità di prestazione fisica, diminuzione degli errori tecnici, diminuzione degli infortuni;
resistenza specifica: è strettamente relativa allo sport praticato e causa: condizionamento specifico della muscolatura, ottima capacità di sopportazione di alti ritmi nel tempo di gara, miglior dinamismo;
resistenza aerobica: è caratterizzata dalla disponibilità a resistere nel tempo ad uno sforzo di media o alta intensità senza anticipare sintomi di affaticamento. Con il suo lavoro va a colpire il metabolismo dei grassi provocando combustione prevalente di acidi grassi nelle fibre muscolari lente e quindi un notevole aumento del catabolismo aerobico degli acidi grassi.
Con questo tipo di resistenza si migliora:
- Il processo ricostituivo dei fosfati ricchi di energia (ATP-ADP ecc) di cui l’organismo ha bisogno
- l’eliminazione nel muscolo delle sostanze provocanti l’affaticamento (lattato, ammoniaca, ecc.)
- la capacità di non impiegare nel rifornimento energetico i carboidrati, fondamentali per il gioco-sport.
resistenza anaerobica: è un tipo di resistenza specifico per sport situazionali che comporta l’utilizzazione esclusiva dei depositi di glicogeno presenti nell’organismo. Ciò permette di sviluppare una resistenza alla velocità che causa, con lo svuotamento dei depositi glicogenici, una supercompensazione molto marcata. Si può ulteriormente suddividere in 2 tipi:
- resistenza anaerobica alattacida: è un tipo di resistenza che si sviluppa molto intensamente in un tempo brevissimo, fino ad un massimo di 6-7”. Questa sua brevità comporta quindi la non presenza di lattato superiore alla media.
- resistenza anaerobica lattacida: è un tipo di resistenza che si sviluppa in tempi di lavoro più lunghi tra i 40” e 1’, ma sempre ad alta intensità. Questa sua caratteristica comporta quindi la presenza di lattato superiore alla media.

 LA MOBILITà ARTICOLARE

La flessibilità è l’insieme delle qualità morfo-funzionali che garantiscono l’ ampiezza dei movimenti, cosa indispensabile per un pattinatore non solo da un punto di vista tecnico ma anche da un punto di vista estetico-stilistico; è importante infatti avere delle “buone linee”, per dare un idea di eleganza e continuità ai movimenti. Una mobilità soddisfacente delle articolazioni è una delle prerogative indispensabili per il perfezionamento tecnico, una insufficiente flessibilità limita la manifestazione nella qualità di forza, di velocità, e di coordinazione, altera le coordinazioni intra ed intermuscolari e deteriora il rendimento del lavoro. Tutto questo complica o rallenta l’ acquisizione delle abitudini motorie e può essere causa di lesioni muscolari o legamentose. Si distingue una flessibilità attiva ed una passiva:
Flessibilità attiva: è l’ attitudine ad effettuare dei movimenti di grande ampiezza sotto l’ azione dei muscoli che comandano un’ articolazione.
Flessibilità passiva: è l’ attitudine a mobilizzare una o più articolazioni , seguendo un’angolazione molto aperta, sotto l’azione di una forza esterna La flessibilità attiva si esercita nel corso dei movimenti attivi e la sua influenza sulle qualità motorie è maggiore di quella passiva che quasi non interviene, se non come riserva di sviluppo della flessibilità attiva. Entrambe le flessibilità sono indipendenti l’una dall’altra. Il limite della mobilità articolare è rappresentato dalla mobilità anatomica massima, che è anch’ essa funzione della struttura dell’ articolazione .

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